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Chi ha visto Paola Ferrari?

25 Giu

Mentre la Ferrari, quella del Cavallino Rampante per intenderci, tornava a vincere, grazie a uno splendido Alonso e a una botta di “fattore C” moltiplicato all’ennesima potenza (vedi l’intervento della safety car e i ritiri di Vettel ed Hamilton), la nostra Paoletta tricolore spariva dal digitale terrestre, senza una parola di commiato. Nelle ultime serate mi ero convinta che la bionda conduttrice di “Notti Europee 2012” avesse deciso di riposare in vista della super-sfida degli Azzurri contro i Leoni della Regina. Quando, però, anche ieri sera, ho dovuto scrivere di nuovo “assente” sul registro di classe, ho cominciato ad allarmarmi. Prima di farmi prendere dal panico e chiamare “Chi l’ha visto?”, ho cercato di immaginare quali motivi potessero aver spinto la Ferrari a rimandare l’appuntamento con la Nazionale.

Dopo aver rimuginato per ore, sono giunta alla conclusione che, con ogni probabilità, il cerone non ha retto ai 120 minuti giocati da Buffon e compagni. Senza contare l’emozione che deve averle regalato il rigore di Pirlo… Già perché quel cucchiaio, lanciato con nonchalance nella tazzina inglese, ha mandato in visibilio persino i più scettici, quelli che, alla squadra di Prandelli, non hanno mai concesso nemmeno il beneficio del dubbio. Per chi, come me, aspettava da tempo un “segno” della Divina Provvidenza per tornare a esaltarsi dopo anni di noia azzurra, il gesto tecnico del centrocampista della Juventus (ex Milan – e qui bisognerebbe aprire un altro capitolo sulla poca lungimiranza della dirigenza rossonera) ha rappresentato la famosa “manna dal cielo”, con tanto di “Alleluia!” e scampanellio finale in sottofondo. Tornando con la memoria alle gesta del mio amato capitano, maestro nell’arte del pallonetto sbeffeggiante, i cui colori del cuore sono egregiamente rappresentati in Nazionale dal compagno-amico De Rossi, con Pirlo ho finalmente sentito quella scarica di adrenalina che, negli ultimi anni, mi aveva abbandonata lasciando posto a una compassata indifferenza.

Su una cosa, però, non sono d’accordo con il resto dell’opinione pubblica: non si possono fare paragoni con l’Italia del 2006. Perché se è vero che anche quell’anno eravamo in piena bufera da calcioscommesse, che non eravamo certo i favoriti e che abbiamo incontrato la Germania in semifinale, è altresì vero che la voglia di vincere che si leggeva negli occhi di Del Piero e compagni non può essere in alcun modo paragonata all’“incazzatura” odierna di Buffon. Infine, come da copione, arrivano gli elogi al povero Alessandro Diamanti che, se poco poco segue le orme dell’illustre predecessore Grosso (portato alla ribalta da un Mondiale fantastico e dal rigore decisivo messo a segno contro la Francia), fra qualche mese, dopo essersi spompato all’Inter e all’estero, verrà abbandonato dall’Antonio Conte di turno. Salvati Alessandro, sei ancora in tempo! E se qualcuno ha notizie della Ferrari, ci faccia sapere, sono molto preoccupata!

Giorgia

Italia-Croazia 1-1, ma però…

14 Giu

E passi che l’ultima vittoria contro la Croazia risale a 70 anni fa.

E passi che Balotelli si è mangiato tanti di quei gol (comprese le occasioni perse contro la Spagna) da essere in credito per il prossimo decennio.

E passi che pareggiare le prime due gare spesso vuol dire salutare gli Europei (dovremo confidare nella fame di vittoria di Iniesta e compagni).

E passi che Chiellini ha fatto una papera da annali.

E passi anche la telecronaca con cantilena di Bruno Gentili.

Ma i ripetuti “ma però” di Dossena proprio no, fanno male al cuore!

Senza calcio non so stare!

31 Mag

Lo so che mi prenderò tutti gli improperi del caso e che starmi zitta sarebbe la soluzione migliore, ma ditemi voi: come si fa a stare più di un mese senza calcio?

Quando ero piccola (e ancora ingenua) d’estate guardavo con curiosità il mio papà sciropparsi le repliche del campionato, anzi dei campionati (alcune immagini erano addirittura in bianco e nero… e ho detto tutto), in mancanza di Mondiali ed Europei, pur di superare la maledetta crisi d’astinenza. Senza dimenticare i tornei della parrocchia trasmessi dalle emittenti locali… Il più delle volte alla domanda “ma che partita è?”, la risposta era “boh, però è calcio!”. Quei momenti di serena follia si concludevano immancabilmente con gli improperi di mia madre (pronta a uscire e costretta a trascinarlo con la forza lontano dalla televisione) e la frase che ha segnato la mia infanzia: “Proprio non capisco come si faccia a stare quasi tre mesi senza pallone!”.

Già. Come si fa? La verità è che nonostante tutte le “fregature” (come le annate poco esaltanti del proprio club), nonostante le diatribe sui diritti televisivi che ciclicamente alimentano le fazioni belligeranti di “Sky”, “Mediaset Premium” e “Rai”, nonostante gli spettacoli indecorosi a cui assistiamo (vedi l’inchiesta “Last Bet” e affini), chi ama questo sport è pronto a dimenticare tutte le sue nefandezze pur di “correre dietro a quel pallone”, anche solo con la fantasia.

E allora vediamoli da vicino questi Europei polacchi e ucraini che ci terranno compagnia dall’8 giugno al 1° luglio.

Oggi parliamo di casa azzurri chiarendo subito che, a mio parere, benché i paralleli con i Mondiali dell’82 e del 2006 ci siano tutti, con ogni probabilità (speriamo solo per) quest’anno la “Giovine Italia” non riuscirà a ripetere le eroiche gesta delle nazionali che l’hanno preceduta. Sarà perché di gruppo, proprio non si può parlare (il ct ha cambiato formazione talmente tante volte che, per un po’, si è pensato di mettere sulle maglie “xxx”), sarà perché credere nei giovani è importante ma anche l’esperienza conta, sarà perché gli azzurri visti a Genova contro gli Stati Uniti non metterebbero paura neanche a una squadra di Lega Pro. In ogni caso la speranza è l’ultima a morire, quindi, più che la gara in programma domani prima del “vero” fischio d’inizio, sarà l’esordio contro la Spagna a dare la misura della rivoluzione targata Prandelli. L’Italia comincia col botto, dunque, affrontando proprio la detentrice del titolo. Cassano e Balotelli se la vedranno con gli uomini di Del Bosque: personaggi del calibro di Iniesta, Piqué, Xavi, Xavi Alonso, Busquets, Fabregas, Torres, Llorente e Pedro, solo per citarne alcuni, aspettano al varco i nostri.

Mandati a casa Ranocchia, Destro e Criscito il ct ha puntato sulla Juve campione d’Italia chiamando Buffon, Bonucci, Chiellini, Barzagli, Giaccherini, Marchisio e Pirlo; seguono il Milan con Abate, Nocerino e Fantantonio, la Roma con De Rossi e Borini, il Napoli con De Sanctis e Maggio. Non stupiscono le convocazioni di Giovinco e di bomber Di Natale. Riflettori puntati, infine, sul giovane Ogbonna, difensore del Torino e unico rappresentante della Serie B italiana, a Euro 2012.

Aspettiamo commenti e smentite sul campo (soprattutto all’affermazione: “con ogni probabilità quest’anno la “Giovine Italia” non riuscirà a ripetere le eroiche gesta delle nazionali che l’hanno preceduta”) da parte dei diretti interessati!

Infine, visto che “Forza Italia” proprio non riesco a dirlo, mi sbilancerò con un poco compito: “Daje Azzurri!”.

G.